Neurofeedback
Dinamico non lineare, Neuroptimal
Il Neurofeedback è una tecnica assistita da un computer, che si basa su una tecnologia sviluppata dall’Istituto Zengar negli Stati Uniti e nel Canada, questa tecnica permette al cervello di migliorare il suo funzionamento e le sue capacità. Il nostro cervello ha una propensione naturale all’auto-riparazione, attraverso le esperienze modifica la propria struttura, questa caratteristica prende il nome di neuroplasticità.
Il Neurofeedback è un sistema d’allenamento del cervello che ha come risultato quello di ottimizzare le performances.
Gli effetti concreti sono molteplici, questo strumento è utile per l’insonnia, le emicranie, i dolori cronici, gli acufeni, i deficit di attenzione, i disturbi dell’umore, gli stati depressivi, i disturbi d’ansia e tutti i sintomi ad essi correlati come attacchi di panico, tachicardia e i disturbi dell’apparato digerente.
Il Neurofeedback viene anche utilizzato da atleti professionisti per il miglioramento delle peak performances, che sono il punto massimo prestazionale, ed inoltre da manager per la gestione dello stress e il miglioramento delle prestazioni lavorative.
Molte persone riferiscono di aver migliorato la propria lucidità e calma mentale, ottenendo un potenziamento della capacità decisionale.
Questa tecnica è ampiamente praticata negli Stati Uniti, l’esercito americano la usa per aiutare i reduci da operazioni di guerra a reinserirsi nella vita civile. Molti organismi di salute nel mondo la utilizzano, dal 2010 è attivo nell’ospedale parigino della Pité Salpetriere. Un numero sempre crescente di studi scientifici ne conferma la validità e l’efficacia.
L’Università Victoria in Canada ne attesta l’efficacia per i seguenti disturbi: aggressività impulsività e collera (81,4%), disturbi ossessivi-compulsivi e psicosi dell’identità (64,2%) disturbi oppositivi provocatori (87,5%), disturbi dissociativi dell’identità (66,6), schizofrenia (40%), disturbi dell’alimentazione (57,2%) dipendenze: fumo, alcol, droga, farmaci, ludopatia (80%).
Una ricerca scientifica italiana dimostra l’efficacia del trattamento sugli acufeni (Dr. Raponi e Dr Messina 2018). L’associazione Bergamasca Acufeni ne ha fatto il suo trattamento di riferimento.